Siamo una società di consumo e poco ci importa della sorte dei nostri oggetti di consumo quando questi siano stati “consumati”. L’ “usa e getta” ci è entrato nel DNA. Ogni spagnolo, in media, produce annualmente quasi 450kg di rifiuti, riciclando meno del 30%.
E i rifiuti che produciamo, non vogliamo né vederli né sentirne l’odore. Però cosa succede quando i nostri rifiuti arrivano al mare ? Quali sono le conseguenze per la fauna e la flora marine ? Quali sono le conseguenze e il rischio per l’uomo, quello stesso uomo che lasciò un cucchiaino di plastica nella spiaggia un soleggiato giorno d’estate di 10 anni fa ?
HONDAR 2050 è un progetto a triplice azione. In primo luogo, Cesare Maglioni realizza un documentario sul problema dei rifiuti marini in relazione alla costa Cantabrica dei Paesi Baschi. Con questo documentario vedremo ciò che non vogliamo vedere, attraverso gli occhi dell’artista Carlos Arrola e alla sua sete di risposte. In secondo luogo, durante lo sviluppo della storia Carlos realizza una serie di composizioni artistiche con i resti incontrati nel mare o sulla costa. E’ difficile prendere coscienza del problema nel suo insieme, però nelle composizioni di Carlos, davanti ai nostri occhi, la nostra impronta ambientale prende una forma e un peso ben tangibile. Infine, la ultima azione è la realizzazione di un foro di discussione e scambio cittadino attorno a questo problema, il giorno stesso della premiere del documentario e delle composizioni artistiche.
Descrizione del progetto. Caratteristiche, punti di forza e peculiarità.
HONDAR 2050 è un progetto a triplice azione.
Cesare Maglioni realizza un documentario attorno al tema dei rifiuti marini, specificamente nella costa cantabrica dei Paesi Baschi. In questo documentario, conosciamo l’artista e surfista Carlos Arrola, che non riesce a capire da dove vengono tutti i rifiuti che si incontrano in acqua e in spiaggia ogni volta che ci sono buone onde. Eppure, il suo paese è un paese pulito, no? Carlos cerca risposte. Ci imbarcheremo con lui in un viaggio alla scoperta della costa Basca con associazioni come il Mater Museoa, la Surfrider Fundation e Kosta Blue, intervistando esperti del settore marino e della protezione ambientale. Perché e come i rifiuti finiscono in mare ? E perché ci costa tanto vedere la realtà delle cose che sta davanti ai nostri occhi ? Così, lasciamo la scienza certa del mare e della protezione ambientale per addentrarci nella scienza meno certa della psicologia sociale. Analizziamo quei comportamenti umani che ci sono tanto abituali e che, volenti o nolenti, lasciano un’impronta indelebile nell’ambiente che ci circonda. Durante il viaggio, incontreremo anche persone che hanno operato un cambiamento e stimolano a altri a farlo, persone che ci mostrano il cammino e lavorano per risolvere questo problema. Carlos ci fa scoprire che c’è qualcosa che ognuno di noi può fare, ognuno nel limite delle sue possibilità, per aiutare e per coinvolgere altre persone nel cambio di comportamento.
Nella seconda parte del progetto, Carlos Arrola realizza una serie di composizioni artistiche con i rifiuti incontrati in mare e in spiaggia. Durante tutto il documentario, vedremo come Carlos accumula pezzi di plastica e di rifiuti. Quando esce dall’acqua, dopo aver fatto surf, raccoglie piccoli pezzi di rifiuti e li nasconde nella muta, portandoli a casa con lui. Poco a poco, senza rendersi conto, inizia a manipolare l’insieme di pezzi accumulati, e a creare composizioni artistiche inusuali. La creazione artistica si relaziona qui con il consumismo, la globalizzazione e l’utilitarismo della nostra società moderna. Poco a poco la creazione cresce, mescolando materiali provenienti da tutto il mondo e che solo hanno in comune di ritrovarsi sulla costa Basca.
L’impronta ambientale che l’essere umano lascia, indelebile e relativamente invisibile, è adesso una composizione artistica ben visibile e tangibile. Attorno a questa composizione, nello stesso evento di presentazione del documentario, come terza azione si animerà un foro di discussione, nel quale il cittadino possa esprimere la sua opinione, le sue inquietudini e dubbi. Un foro dove interverranno esperti, attivisti, volontari e cittadini, insieme per discutere del problema, diffondere informazione e, soprattutto, proporre soluzioni. A partire da una breve esposizione introduttiva, il foro si svilupperà sotto forma di un world-café, animato dai due autori. Alcune tavole rotonde, ognuna relativa ad un tema differente e guidata da un esperto, permetteranno al cittadino interessato di sedersi e parlare con esperti, approfondendo il problema di interesse, e proporre suggerimenti e soluzioni. Questi scambi saranno gestiti in turni di 20 minuti, al termine dei quali i partecipanti si muoveranno da una tavola rotonda all’altra, per cambiare il soggetto di discussione e poter così partecipare a più di una discussione. Gli esperti appunteranno, a ogni turno, una lista di proposte e suggerimenti, domande e dubbi dei cittadini partecipanti. Al termine di un’ora di dialogo e scambio, gli autori raccoglieranno gli appunti degli esperti, per comporre una lista unica con le proposte più ricorrenti e impattanti. Con questa lista si scriverà una lettera diretta alle associazioni e fondazioni di settore e al Comune Di Donostia San-Sebastian. Il risultato ? uno scambio cittadino di opinioni, un’informazione più diffusa e una lista di “desideri e proposte” di cambio, idee, soluzioni per trasformare i gesti individuali in un gesto comune, civico e collettivo per aiutare a risolvere il problema.
Motivazione e a chi si dirige il progetto
L’essere umano ha bisogno di un ambiente sano per vivere. Il problema dei rifiuti marini è grave e la società di domani, costituita dai bambini e dai giovani di oggi, dovrà salvaguardare l’ambiente naturale molto meglio di quello che siamo stati capaci di farlo noi con la nostra generazione.
Il problema dei rifiuti marini è conosciuto, però poche entità si preoccupano della vera origine del problema, che si analizza attraverso la psicologia sociale. Hondar 2050 non solo approccia quest’analisi, ma propone anche soluzioni e uno spazio per la partecipazione cittadina. Originale è anche l’approccio del documentario, attraverso il punto di vista personale e artistico di Carlos Arrola, che durante la storia narrata crea una composizione artistica trasformando e dando una seconda vita ai rifiuti della nostra società. Forse nella spiaggia dopo che è passato il servizio di pulizia, i rifiuti marini non si vedono; forse ci costa prendere coscienza del problema. Pero nelle sculture di Carlos, di fronte ai nostri occhi, la nostra impronta ambientale prende una forma e un valore reale e tangibile.
Hondar 2050 si dirige a un pubblico sensibile al problema della protezione ambientale e interessato all’arte. Soprattutto giovani, però anche adulti che abbiano voglia di lasciarsi coinvolgere per aiutare a cambiare la situazione. Bambini e giovani, gli adulti di domani, stanno al centro della nostra campagna di sensibilizzazione e diffusione.
Il punto di vista personale e artistico di Carlos, la partecipazione cittadina al foro e la storia documentata differenziano questo progetto da un semplice e passivo documento audiovisuale classico, proponendo allo spettatore di “partecipare”, “parlare” e “aiutare” perché avvenga un cambiamento. Il pubblico comprenderà che il più difficile, però il più necessario, è il cambiamento che avviene dentro di ognuno di noi, al livello più profondo, e non ciò che succede fuori. Che il cambiamento non viene da chi ha il potere, ma da ciò che si costruisce dal basso. Cambiare abitudini, perché i miei rifiuti non siano il tuo problema.
Obiettivi della campagna di crowdfunding
Di fronte al problema dei rifiuti marini, che coinvolge anche la costa Basca, c’è bisogno di azioni di sensibilizzazione verso i cittadini, per una presa di coscienza e un cambio di comportamento. L’obiettivo ultimo di questo progetto è quindi sensibilizzare di fronte a un problema comune.
Da questo punto di vista, è quindi naturale che il progetto si realizzi e si finanzi in forma collettiva e partecipativa. La campagna di crowdfunding non solo serve a raccogliere i fondi necessari per la sua realizzazione, ma anche e soprattutto è parte integrante del processo di sensibilizzazione verso i cittadini: attraverso la campagna si diffondono informazioni sul progetto e allo stesso tempo si sensibilizza al problema dei rifiuti marini.
Il gesto di appoggio economico è il primo piccolo passo del cittadino verso la soluzione del problema, perché include tre aspetti fondamentali: l’interesse, il “formar parte attiva” e il “condividere”. L’appoggio economico è indispensabile per la realizzazione del progetto in modo professionale; allo stesso tempo, l’interesse dimostrato da ogni partecipante e la sua azione di condivisione si traducono in “una voce in più” per diffondere il progetto, per raggiungere un pubblico più ampio e, infine, per sensibilizzare ulteriormente.
Esperienza previa e team
Cesare Maglioni è realizzatore audiovisuale e risiede a Donostia, mentre Carlos Arrola è un riconosciuto artista residente in Bilbao.
Cesare Maglioni
Dopo vari anni in cui ha lavorato come ingegnere, nel 2016 Cesare inizia a dedicarsi seriamente al settore dell’audiovisuale co-dirigendo, filmando e pubblicando il mediometraggio documentario "Ceux Qui Nous Nourrissent" (Svizzera, 2016) che si proiettò nel 2017 nel “Festival du Film Vert” (Francia, Svizzera). Sempre nel 2016, realizza il cortometraggio documentario sui pesticidi “Pesticides, le point de vue des agriculteurs” (Svizzera, 2016) e il cortometraggio di finzione “La Voz de César” (Spagna, 2016) che è stato proiettato al “Festival de Cine y Derechos Humanos” di Barcellona, Madrid, New York e Parigi. Tra gli altri, partecipa a progetti come “Big Dance” (Enara Tejadas, Spagna, 2016), “Tarde Para el Recreo” (Pablo Malo, Spagna, 2016) e “Truco o Trato” (Alfredo Iszuierdo, Spagna, 2017). Nel 2017 inizia una serie di cortometraggi documentari sul cambio socio-comportamentale, in linea con la conosciuta pellicola francese “Domani” di Cyril Dion e Mélanie Laurent, che si intitola “Héros Ordinaires” (Svizzera, 2017) e continua con il cortometraggio documentario “El Olor de las Emociones” (Spagna, 2017) e “Pura Ficción” (Spagna, in produzione)
Carlos Arrola Marés
Carlos è nato a Bilbao nel 1982. Si diploma in “Humanidades y Empresa” nella Università di Deusto, Facoltà di Donostia, e posteriormente si trasferisce a Londra per tre anni per completare la sua formazione artistica e diplomarsi al Blake College per due anni consecutivi, partecipando poi alle sue prime esposizioni collettive in Shoreditch. Rientrò a Bilbao nel 2008 per creare Critical T-shirts, una serie a edizione limitata di magliette disegnate da artisti. In questa fase produsse tante magliette e composizioni artistiche e partecipò ad esposizioni in diverse città, relazionando la sua impresa direttamente con l’arte. Dal 2012 iniziò a concentrarsi nella creazione artistica e in alcuni lavori di disegno grafico, coordinazione e gestione di eventi culturali. Attualmente Carlos sperimenta un processo di re-inserzione nella scena dell’arte a livello tecnico, sociale e sistemico. Negli ultimi anni, il riciclaggio è diventato il suo punto di connessione con la associazione Kosta Blue, creando e gestendo iniziative di raccolta partecipativa di rifiuti marini e di creazione artistica partendo da materiali che evidenziano un problema globale.